- SEAT mette cinque veicoli a disposizione dei collaboratori degli ospedali
- Il 15 aprile è prevista la consegna dei primi due veicoli all’ospedale pediatrico di Zurigo
- In arrivo anche 20 monopattini elettrici eXS KickScooter
La rapida diffusione del coronavirus ha inciso pesantemente sulle nostre abitudini quotidiane. Oggi gli eroi non si trovano più sul grande schermo, bensì alle casse dei supermercati, nelle drogherie o nel settore della sanità, dove il personale sta dando un contributo straordinario. SEAT Svizzera desidera ringraziare questi nuovi eroi di tutti i giorni mettendo gratuitamente a disposizione dei collaboratori degli ospedali un veicolo per semplificare la loro realtà lavorativa.
Cham, 15 aprile 2020 – Mentre durante l’attuale crisi del coronavirus molti di noi vengono esortati a rimanere a casa, rallentare e mantenere le distanze, altri devono dare il massimo sul lavoro. SEAT Svizzera vuole ringraziare queste persone per il loro instancabile contributo e desidera supportarle in questo difficile periodo. Con lo slogan «#weMOVEheroes», SEAT Svizzera assicura la mobilità del personale degli ospedali, che a causa degli straordinari, della riduzione dei collegamenti con i mezzi pubblici, dei turni di lavoro più lunghi ecc. è costretto a ricorrere a soluzioni di mobilità individuale. E anche negli ospedali, gli spostamenti da un’area all’altra possono essere lunghi e stancanti. Per questo SEAT Svizzera mette a disposizione anche 20 monopattini elettrici eXS KickScooter per assicurare al personale degli ospedali soluzioni di mobilità efficienti anche all’interno delle strutture ospedaliere. Nicolas Hobi, Head of Marketing di SEAT Svizzera, afferma: «In questo momento difficile siamo felici di poter restituire qualcosa al personale sanitario, offrendo soluzioni di mobilità che semplifichino il lavoro quotidiano».
I primi veicoli sono stati consegnati il 15 aprile 2020 all’ospedale pediatrico di Zurigo. L’ospedale di Uster attende con trepidazione i monopattini eXS KickScooter destinati all’uso interno. Sono stati contattati vari ospedali in tutta la Svizzera e nei prossimi giorni l’iniziativa sarà estesa ad altre strutture.